Negli ultimi decenni si è assistito a un crescente interesse scientifico per gli effetti extrascheletrici del sistema della vitamina D, incluso il suo ruolo sulla funzione muscolare. L’ipotesi che questo ormone secosteroideo fosse coinvolto nell’attività muscolare è nata dall’osservazione che i bambini con carenza vitaminica, affetti da rachitismo, sperimentano un grave impairment muscolare, definito come “miopatia rachitica”. Per comprendere meglio i meccanismi fisiopatologici del danno muscolare, nella prima metà del secolo scorso è stata formulata una teoria basata sul ruolo chiave delle alterazioni della concentrazione di estere fosforico nel tessuto muscolare. Tuttavia, tale teoria non teneva conto degli effetti dell’iperparatiroidismo secondario all’ipovitaminosi D sul muscolo scheletrico, poiché è noto che l’iperparatiroidismo porta a un significativo danno muscolare, caratterizzato da atrofia dovuta a una perdita preferenziale delle fibre di tipo II, che si differenzia dalle alterazioni patognomoniche della miopatia primaria, in cui si assiste alla degenerazione, fino alla necrosi, delle fibre muscolari accompagnata dalla proliferazione del tessuto connettivo endomisiale.