Il ruolo della vitamina D nella riabilitazione post ictus: tra luci e ombre

Leonardo Triggiani

Unità di Trattamento Neurovascolare, Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico Umberto I, Roma

DOI 10.30455/2611-2876-2024-8

Nonostante i progressi della medicina del XX secolo, la carenza di vitamina D è ancora una pandemia: circa 1 miliardo di persone in tutto il mondo soffrono di carenza di vitamina D. Classicamente, la carenza di vitamina D è associata al rachitismo nei bambini mentre, negli adulti, la carenza di vitamina D si manifesta come osteomalacia, una condizione dolorosa di mineralizzazione scheletrica difettosa, o come osteoporosi che causa fragilità scheletrica e fratture. La vitamina D svolge anche un ruolo importante nella regolazione della proliferazione e della differenziazione in una varietà di cellule e tessuti non associati al metabolismo del calcio. I recettori per la vitamina D (VDR) sono stati trovati in una varietà di tessuti e cellule corporee, tra cui cervello, cuore, seno, prostata, gonadi, colon, pancreas, monociti e linfociti T e B attivati. La vitamina D è importante per il mantenimento della forza muscolare attraverso la sua azione sui VDR nel tessuto muscolare.

I pazienti sottoposti a riabilitazione, sia in regime di ricovero che ambulatoriale, sono una popolazione ad alto rischio incline a sviluppare un deficit di vitamina D e a manifestare le conseguenze di tale condizione. I risultati funzionali di questi pazienti dipenderanno dalla diagnosi corretta e dal trattamento appropriato del deficit vitaminico. 

Al fine di valutare l’efficacia dell’integrazione di vitamina D nei pazienti sottoposti a programmi riabilitativi, abbiamo preso in considerazione gli studi riguardanti la riabilitazione dopo ictus cerebrale. è stata studiata l’efficacia della riabilitazione dopo l’integrazione di vitamina D nei pazienti con ictus, sono stati verificati i risultati delle ricerche, l’efficacia dell’integrazione, il tipo, la forma e la quantità di vitamina D somministrata. Sono stati confrontati i criteri per l’inclusione negli studi, la durata e le scale utilizzate.

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