Editoriale

Maurizio Rossini

Dipartimento di Medicina, Sezione di Reumatologia, Università di Verona

Carissimi, come potete vedere in questo numero ospitiamo il contributo del professor Lello al quale abbiamo affidato un’update sul ruolo della vitamina D in gravidanza. 

È noto che durante la gravidanza il metabolismo della vitamina D si modifica raddoppiando in particolare i livelli sierici materni di calcitriolo per far fronte all’aumentato fabbisogno di calcio necessario per la mineralizzazione dello scheletro fetale, ma probabilmente anche per aumentare in questa particolare condizione la tolleranza immunitaria. Ciò si realizza anche grazie al contributo della placenta come sito extra-renale di conversione della 25(OH)D in calcitriolo e una riduzione dell’espressione del gene che codifica per l’enzima in grado di catabolizzare il metabolita attivo. La carenza di vitamina D è stata associata, come leggerete, a un aumentato rischio di preclampsia, alterata tolleranza al glucosio e vaginosi batterica nella madre e nel neonato a basso peso alla nascita, convulsioni ipocalcemiche e alterato sviluppo dello scheletro. Anche se noterete che le esperienze con la supplementazione sono ancora limitate in questo campo, sono comunque solitamente stati descritti benefici nella donna supplementata con colecalciferolo fin dall’inizio della gravidanza, a dosaggi giornalieri comparabili a quelli usati nella popolazione generale e con un buon profilo di safety. Pertanto l’affermazione contenuta nell’attuale RCP del colecalciferolo secondo la quale “nei primi 6 mesi di gravidanza la vitamina D deve essere assunta con cautela …” potrebbe eccessivamente scoraggiarne il ricorso, spesso invece sostenibile e opportuno secondo le osservazioni riassunte in questo numero della rivista, mantenendo comunque, per i noti rischi di effetti teratogeni del sovradosaggio, la cautela nei dosaggi (meglio preferire in gravidanza solo la posologia giornaliera evitando i boli).

Poiché sto per diventare nonno … vi confido che a mia figlia ho consigliato di assumere 750 UI (3 gtt) di colecalciferolo al giorno fin dai primi mesi di gravidanza …

L’altro contributo che troverete in questa rivista è quello del professor Fagiolini, che evidenzia un potenziale legame tra carenza di vitamina D e depressione, disturbi psicotici e disfunzione cognitiva. Come vedrete vi si ammette che non è sinora chiaro se la carenza di vitamina D sia una causa o un effetto della patologia mentale. Capite quanto può cambiare il significato se affermo che i carenti di vitamina D hanno 3,5 volte più probabilità di avere allucinazioni, deliri o sintomi paranoidi o viceversa che chi ha questi sintomi ha 3,5 volte più probabilità di avere carenza di vitamina D … Inoltre, resta da stabilire se l’aggiunta di supplementi di vitamina D possa prevenire e/o curare tali condizioni patologiche in individui con carenza di vitamina D. In effetti gli studi disponibili sul ruolo dell’integrazione con vitamina D hanno sinora prodotto risultati contrastanti, probabilmente anche perché non facili in questo complesso campo e in gran parte mal disegnati.

Che ne pensate?

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